mercoledì 25 agosto 2010

Portiamo il patrimonio librario, finalmente, tra i Beni Culturali ! (..ed i "professionisti dell'informazione"??)


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[ Regio decreto 28 ottobre 1885, n. 3464. Art. 163. Nei giorni destinati al pubblico servizio, ogni biblioteca stará aperta almeno sei ore consecutive, senza contare quelle della lettura serale.
Il ministero provvederá affinché, nelle cittá dove sono piú biblioteche, gli orari di esse siano disposti per modo da permettere la massima durata della lettura pubblica ... ..

Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n.
165 - "Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche"Titolo I - PRINCIPI GENERALI - ... Articolo 2. Le amministrazioni pubbliche ... ispirano la loro organizzazione ai seguenti criteri: a) funzionalità rispetto ai compiti ... e) armonizzazione degli orari di servizio e di apertura degli uffici con le esigenze dell'utenza ... http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/01165dl.htm .. .. ]
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È passato anche Ferragosto 2010 : Musei e Luoghi archeologici sono rimasti aperti (e, come ogni anno, sui giornali interviene chi pensa che si potrebbe fare ancora di più; ad es. :
«Uffizi aperti di notte». Firenze rilancia. QUI :
http://archiviostorico.corriere.it/2010/agosto/19/Uffizi_aperti_notte_Firenze_rilancia_co_9_100819056.shtml ).
I dipendenti Pubblici del settore Beni Culturali a Ferragosto erano a lavoro, per garantire ad un pubblico più vasto possibile la “fruizione” dei Beni Culturali. Le Biblioteche, invece, erano chiuse : ormai, nessuna sorpresa.
Definire oggi i bibliotecari italiani dipendenti pubblici e operatori del settore Beni Culturali, infatti, non sarebbe corretto, sarebbe anacronistico. I bibliotecari, prima di tutto, non sono più “dipendenti” pubblici : sono “professionisti”, quindi lavoratori “autonomi” nel regolamentare il proprio lavoro : i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Poi, non sono più operatori dei numerosi, pesanti e polverosi oggetti fisici “libri”, ma della immateriale “informazione”. A rigore, lo stesso termine biblio-tecari è anacronistico perché quelli di oggi sono info-tecari; ancora meglio, monitor-tecari : chi lavora in biblioteca si occupa di tutto (e solo) ciò che appare sul video di un pc, ed è gestibile con un mouse. Inclusa la pagina face-book della info-teca, quindi, ma escluse le raccolte librarie abbandonate in biblio-teca. L’informazione circola gratuitamente sul web, per cui non è più necessario che le biblioteche si sforzino di restare aperte (se mai in Italia lo sono state) nelle ore più comode ad un pubblico più vasto possibile, per permettere la fruizione del “vecchio” libro.
Resta certo il problema di come orientarsi in quell’eccesso di informazione che è il web, per chi ha problemi a capire cosa siano google e you-tube (il famoso problema sociologico del “digital-divide” che, a quanto pare, sta travolgendo l’Italia e che alimenta la retorica della “mission” della info-teca .. http://www.aib.it/aib/corsi/c06h.htm ….), per cui la funzione del monitor-tecario è comunque insostituibile (ed il relativo stipendio mensile è comunque assicurato). Per questi problemi, però, basta mandare una e-mail alla info-teca il venerdì, e-mail che il monitor-tecario leggerà (dopo il meritato riposo del week-end lungo) il lunedì, entro le 14:00, e così il pubblico avrà una risposta “su misura”.
Ci sono poi quelli che ancora confondono “informazione” con “libro”, per i quali rimane aperto il Servizio Prestito (solo la mattina o al massimo fino al primo pomeriggio feriale, esclusi sabati e domeniche), ma si sta lavorando perché anche per questo pubblico entrare in biblioteca in cerca di libri da leggere diventi una cosa inutile e, per il prossimo futuro, il monitor-tecario promette di mandarci via e-mail la copia digitalizzata del testo (probabilmente con un limite massimo di richieste possibili per ogni info-utente…). Naturalmente, anche gli aggiornamenti per e-book ci arriveranno dal lunedì al venerdì, entro le 14:00, esclusi i giorni di ferie (godute in massa, mai a turno), i festivi e relativi ponti, i giorni di chiusura per “spolveratura” e “disinfestazione” (dei monitor?), quelli per “corsi di aggiornamento sulla customer-satisfation” (degli info-utenti, non più dei Lettori), e per improvvise “assemblee del personale” (di solito organizzate il venerdì, a ridosso del week-end, o nei prefestivi….).
Che servizio dai “professionisti dell’informazione” : altro che anacronistici Musei aperti !
È vero, qualche Comune più impegnato nel sociale si è speso per prolungare l’orario di apertura delle “vecchie” Biblioteche, ma in quelle ore gli info-tecari non sono mai a lavoro e, in assenza dei “professionisti dell’informazione”, della “vecchia” Biblioteca troviamo aperte solo le stanze - adibite a ludo-teca o Centro Sociale Pubblico - dove il pubblico-non-Lettore della sera può finalmente “socializzare” intrattenuto da giovani “precari”, gli unici disposti (o che l’Amministrazione sia riuscita a convincere….) a lavorare sui turni serali. Giovani che si danno un gran da fare, ai quali è stato promesso o fatto capire che, se non creano problemi all’info-tecario, prima o poi avranno diritto ad un concorso “riservato” solo a loro (per “sanare” la piaga del precariato nella Pubblica Amministrazione, denunciata con peculiare enfasi da chi ha la pretesa di "difendere la democrazia" nel mondo attraverso la "circolazione dell'informazione" ! …) e potranno così diventare veri info-tecari, acquisendo finalmente la “professionalità” e lo status per lavorare nel turno 8:00 – 14:00, festivi e prefestivi esclusi.
Tutti felici quindi !
A onor del vero, restano insoddisfatti gli “incontentabili”, considerati dall’info-tecario una frangia reazionaria di “irriducibili” che hanno il cattivo gusto di mettere in discussione i diritti dei lavoratori, le conquiste sindacali degli anni '70 (come accade nei Musei?) e le prerogative “professionali” della corporazione (ad es. http://amibiblioblog.wordpress.com/2009/12/15/appello-al-capo-della-stato-per-la-bncf/ ); nostalgici pericolosi che sottovalutano la stessa “vision” della info-teca ma che per fortuna sono stati sfiancati e ridotti ad una minoranza in via di estinzione : il pubblico-lettore-di-Libri, di quelli che non si trovano più in libreria, di quelli oggi non più pubblicizzati, dimenticati, e che è possibile scoprire solo diventando “clienti” abituali di una “vecchia” Biblioteca. Un pubblico anacronistico, il quale, giudicando nefasta la dominazione del monitor-tecario, non ha altro in cui sperare se non in improbabili sconvolgimenti dello status quo che potrebbero derivare dagli accorpamenti delle Direzioni biblioteche alle Direzioni Cultura e Spettacoli (e relativo personale “dipendente”), o dalle privatizzazioni (non del nostro patrimonio librario ma) delle info-teche e di quel che resta delle “vecchie” Biblioteche
... ... http://libroinbiblioteca.blogspot.com/2010/04/lettera-al-blog-su-due-biblioteche.html
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[ Al 26/07/2011: ]
"Two new and handsome buildings on university campuses that I have visited recently have been opened. They call themselves “information centers” on the lettering of their outside walls. Such buildings were once called libraries. The change in wording is not without significance... Though it was a quiet season, it struck me how few students were in it reading. Those who were there, as in the case of more busy periods, seemed mostly to be using online materials which they brought with then into the library on their own computers. Some books were still visible but they appeared mostly to be auxiliaries useful for something else...".



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